Ho rivisto da poco "Ratatouille" e la recensione di Ego è uno dei momenti più alti del film.
Il giorno dopo ho letto il bellissimo ritratto di Roberto Mariani contenuto in "Artisti, pazzi e criminali" di Osvaldo Soriano.
Anche sulla vita di Mariani, poeta e narratore, la figura del critico, in particolare di un tale Avelino Castro, ha gettato la sua ombra. Racconta Soriano che Mariani raccoglieva in un quaderno tutte le recensioni che lo riguardavano anche per l'idiozia di cui le stesse erano un campionario.
(Non per questo non ne soffriva.) Ecco qualche passo.
"In un brano del racconto di Mariani si legge:
Quando Muguette tentò di serrarlo alla sua riva, di legarlo di più alla civettuola garconniere (...)il paragrafo infiammò l'erudizione di Castro, il quale puntualizza nella sua critica:
Non riusciamo a spiegarci cosa intende dire l'autore, quando scrive che Muguette tentò di serrarlo alla sua riva, perché Muguette, essendo donna, non poteva essere mare, quindi avere sponde.
Quanto a un paragrafo che dice:
L'assenza di Muguette riempì il margine bianco della sua vitaCastro annota:
Se il margine era bianco, è chiaro che venne riempito. Se venne riempito, non era più bianco. Quello che non viene scritto non sta scritto. Sono verità lapalissiane."Poi c'è una persona che, ai tempi della Scuola Holden, ci ha stregato con l'arte della critica cinematografica mostrandoci come può essere la più elevata forma d'amore per un'opera, come la critica si fa filosofia, interpretazione del pensiero, disvela le forme dell'arte mostrandone i mille aspetti visibili solo all'occhio del mago. C'è chi l'opera la concepisce e chi la attraversa.
Questa persona si chiama Bruno Fornara.
Ed è uno di quei fortunati incontri che ti cambiano la vita.