venerdì 14 gennaio 2011

La poesia dei ritorni


I primi ricordi della vita sono ricordi visivi. La vita, nel ricordo, diventa un film muto. Tutti noi abbiamo nella mente un'immagine che è la prima, o tra le prime, della nostra vita. (...) Ti faccio un esempio, Gennariello, che a te napoletano suonerà esotico. La prima immagine della mia vita è una tenda, bianca, trasparente, che pende, credo immobile, da una finestra che dà su un vicolo piuttosto triste e scuro. Quella tenda mi terrorizza e mi angoscia: non come qualcosa di minaccioso o sgradevole, ma come qualcosa di cosmico. (...) Ciò che mi ha detto e insegnato quella tenda non ammetteva (e non ammette) repliche.
(P. Pasolini, "Gennariello")
Ogni volta che torno dalla Sicilia, subisco una specie di jet lag. E non c'entra l'escursione termica, la latitudine, passare dal mare alle Alpi. E' una specie di jet lag dell'anima, un jet lag interiore. Ma mi guardo bene dal pubblicizzarlo, ne parlo solo tra noi pochi, qui sotto il tavolo. Non vorrei che qualcuno si sognasse di dare consigli o prescrizioni per superarlo rapido e indolore.
A me questo stato sospeso della coscienza, questa forma dolce e sottile di malinconia, è utile. E' come un paracadute per tornare al presente.
Perché la Sicilia è la terra di A. Il paesaggio che scorre rapido fuori dal finestrino e i palazzi scuri del centro quando passeggiamo per via Etnea sono il panorama in cui ha è nato, ha camminato, corso, in cui è vissuto nella sua vita prima di me. E io la respiro e mi restituisce un A. che posso solo immaginare.

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