martedì 6 aprile 2010

Di tunnel, jaguar, treni e bagagli

Esistono cliniche per disintossicarsi dall’alcol, dalla coca (ina ma anche cola), dallo shopping, dal sesso. Più recenti quelle per liberarsi dai disturbi creati da Internet e social communities. Una mia amica – una veramente avanti – vuole chiedere i fondi europei per aprire una struttura che aiuti a disintossicarsi dai genitori. Per uscire da quel tunnel - da cui non puoi dirti mai veramente fuori -che è la casa dei tuoi quando devi sottostare ancora alle loro regole ma già il tuo corpo, l’anima e i pensieri cercano il largo; per svincolarsi dalla figura genitoriale e dalla sua ombra lunga gettata sulla tua vita di adulto.



- Senti, fammi un favore. Vai tu.
- Io? Perché io?
- Perché non sei sua figlia, non può farti nulla.
(My blueberry nights)

Leslie (Natalie Portman) e Beth (Norah Jones) sono davanti al Fremont Medical Center. Là dentro forse il padre di Leslie sta morendo, forse no. Non si capisce mai quando la chiama se quello che dice è la verità. E Leslie è stufa delle richieste di attenzione del padre. Delle sue attenzioni. Poco dopo racconterà a Beth che quando lei gli ha rubato la sua adorata Jaguar, tutto quello che lui ha fatto è stata cercarla per spedirle con un corriere libretto e assicurazione. “Brutto buffone, me l’ha regalata”.


Il fatto è questo: i genitori fanno troppo o troppo poco. Sono presenti (troppo) o assenti (del tutto). Non sembrano conoscere vie di mezzo. Forse perché un rapporto di questo tipo non ne permette.
Non ho trovato la soluzione all’algoritmo tanto che ho pensato bene di aggiungere una variabile al problema: sono diventata mamma anch’io.
Forse un suggerimento è nella spensieratezza con cui Francie, Peter e Jack, i tre fratelli protagonisti de “Il treno per Darjeeling” approdano a un’importante decisione.
Arrivati in ritardo alla stazione, rincorrono il Bengal Lancer, ma stentano nella corsa perché appesantiti dai bagagli ereditati dal padre: delle eleganti valigie in pelle di un marchio prestigioso che non hanno abbandonato per tutto il viaggio.
Al grido di “Le valigie di papà non ce la faranno mai!” se ne liberano, le lanciano lontano con tutto il contenuto e finalmente salgono sul treno, leggeri, risolti. Come rinati.

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