venerdì 9 aprile 2010

Minima morale

- I’m a modern form of Robin Hood.
(Fabrizio Corona in “Videocracy” di Erik Gandini)

Questo post non nasce a caldo. Nasce da una serata di zapping televisivo di qualche settimana fa. È tardi, sono troppo stanca, niente film, saltello qua e là tra i canali. Finisco su Matrix. Fulcro della puntata è Fabrizio Corona, che è in collegamento video.

Sempre in collegamento, c’è Marina Terragni, stimata (anche da me) editorialista di “Io donna - Corriere della Sera”, già collaboratrice di testate come “Europeo”, “Epoca, “Linus”.

Di Fabrizio Corona i meno informati apprendono, grazie a una scheda riassuntiva, che è stato denunciato per guida senza patente due volte a distanza di 17 giorni; fermato mentre percorreva contromano la corsia preferenziale di via De Amicis a Milano a bordo di una Bentley in possesso del solo foglio rosa; ha collezionato multe per oltre 6000 euro alla guida di una Mini Cooper; è stato fermato dalla polizia cantonale del Canton Ticino mentre, sprovvisto di patente, sfrecciava a circa 220 chilometri orari alla guida di una Lamborghini; è stato arrestato con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'estorsione (77 giorni in prigione); accusato di estorsione e tentata estorsione per presunti fotoricatti ai danni di alcuni vip; condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione dalla quinta sezione penale del Tribunale di Milano; condannato a tre anni e 4 mesi in primo grado dal Tribunale di Torino per i presunti ricatti ai danni del calciatore della Juventus David Trezeguet; fermato con alcuni amici dalla Polizia Stradale di Orvieto dopo aver tentato di pagare in un autogrill usando banconote false (in una perquisizione nella sua casa milanese vengono rinvenute altre banconote false e una pistola di piccolo calibro); ha pagato con euro falsi anche in due bar dell'aeroporto di Fiumicino; a seguito di un'istanza di fallimento presentata dalla Mondadori Pubblicità per una fattura di 45mila Euro non pagata, la sua società Corona's srl è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Milano; è stato iscritto nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta, ha malmenato un agente della Polizia Municipale; durante la permanenza a San Vittore per l'inchiesta Vallettopoli, ha corrotto con 4.000 € una guardia carceraria per farsi consegnare una macchina fotografica usa-e-getta, con la quale ha realizzato un servizio che, pubblicato su alcune riviste di gossip, gli fa guadagnare circa 20.000 €.

La stimata giornalista di cui sopra, assumendo un’aria materno-preoccupata, un po’ lo rimprovera aggiungendo però presto che lei ha capito che tipo è: è di quelli che se non sono sempre sulla cresta, si deprimono. Corona assentisce, si è proprio così, ringrazia la Terragni per la comprensione.

Fermi tutti, ché qua ci sono un paio di cose da puntualizzare. Un conto sono gli sbalzi d’umore (di cui io stessa - anche se non oltrepassando la soglia patologica - soffro), un conto è una vita spesa a inanellare reati.

Allora, se hai bisogno di un certo tasso costante di adrenalina nel sangue, puoi trovare una serie di soluzioni, anche al di là di una visita neurologica che comunque non fa mai male.
C’è il bungee jumping, c’è la Nuova Zelanda patria degli sport estremi. Ci sono i lavori di fatica che forse non aiutano l’adrenalina, ma impegnano corpo e mente per cui magari non ci pensi all’astinenza.
Perché qua mi sembra che si è perso di vista il punto e ci si muove al di sotto della soglia della morale.

Una delle ospiti in studio, addirittura, con aria seria si complimenta con il protagonista della puntata. Dice più o meno io lo ammiro, secondo me è un genio.
A questo punto urge un ritorno al dizionario. Genio, dal latino genius da gignere “generare”.
Il genio è qualcuno che crea qualcosa di nuovo, che traccia una strada fino ad allora impensabile, è qualcuno di cui l’umanità ha bisogno per fare un balzo in avanti, uno scarto quantico.

Noi non abbiamo bisogno di te, Fabrizio Corona. Non sentiamo il bisogno di gente volgare, che si esibisce, che esibisce la sua finta scaltrezza, che si monta una piccola videocamera addosso per andare in tribunale a divorziare, che snocciola perle di cinismo in discoteca del tipo fatti i cazzi tuoi ché tanto tutti si fanno i loro. Ce n’è fin troppa. Abbiamo bisogno di discrezione, lotte intime contro i propri limiti, messaggi rivoluzionari come cambia tu per primo, vedrai come cambia il tuo ambiente. Scommetti sull’umano, sul bello, sul vero che c’è in ogni persona, vedrai che sorprese.
Intanto che ci pensi su, buon bungee jumping. E un altro piccolo consiglio… Robin Hood lascialo stare.

Nessun commento:

Posta un commento