lunedì 26 aprile 2010

Noi le donne

Mi fanno sorridere alcuni discorsi a cui, per appartenenza di genere, mi capita spesso di assistere.

La maggior parte di essi inizia con “Noi…" e prosegue con "...invece loro”.
Noi sta per “le donne” e loro ovviamente per “gli uomini”. Al "noi le donne" segue un lungo elenco di competenze pragmatico-filosofico-relazionali che possiamo riassumere con: sappiamo innamorarci e amare, cucinare dolci, crescere figli, ascoltare i suoceri, lavorare fuori e dentro casa, chiedere aiuto e darlo, leggere poesie e romanzi, commuoverci al cinema, abbracciare un’amica. Al “loro, gli uomini” segue un “invece no”.

Ebbene voglio dire la mia in merito (non riesco a farlo sempre perché vedo il fuoco sacro ardere in alcuni occhi e mi spavento).
Io non credo che “Noi le donne” sia una buona categoria di pensiero. Perché “Noi le donne” sono, anzi siamo: Angela Merkel, Patrizia D’Addario, la Regina di Cuori e Alice, Mara Carfagna, Susan Sontag, le veline, Rita Levi Montalcini, Rosa Luxemburg, la Gelmini, Jo ed Amy March, Bettie Boop e Barbottina. Un insieme enorme, magmatico che è difficile maneggiare come un tutt’uno in un ragionamento che pretenda di dimostrarci migliori.

E loro, gli uomini, sono un universo che è difficile afferrare con un giudizio che li comprenda tutti. Un giudizio quasi sempre negativo.

Nella mia piccola esperienza, ad esempio, gli uomini sono capaci di gesti molto delicati, di un ascolto partecipe, di un altro punto di vista. Mi capita di collaborare con uomini che, conoscendo la situazione familiare comprendente un puffo di due anni e quattro mesi che non va ancora all’asilo, mi propongono con un sorriso di venire a lavorare a casa mia. Arrivano in automobile, bus, con l'influenza, senza. Con un sorriso. E mi è capitato di scrivere per una produttrice che mi ha urlato al telefono che la mia vita privata sono fatti miei. Certo, ma se non stai ai patti e anticipi una consegna, il bambino dove lo lascio per i prossimi due giorni? Nello spazio delle palle colorate all’Ikea?

Sarà che nella vita può capitarti di incontrare persone meravigliose e tutto il resto passa in secondo piano. Sarà che invece puoi incontrare delle persone eccezionalmente stronze e, anche in tal caso, tutto il resto passa in secondo piano. Sarà per questo che non appena sento un incipit di discorso “Noi le donne” ho un incipit di orticaria.

4 commenti:

  1. esatto, perché non sono un pieno e un vuoto tra le cosce a fare la differenza. la differenza è quella tra maschile e femminile, ed è una differenza che non ammette 'noi', ma fertili migrazioni di femminile in maschi e maschile in femmine, sessuogeometrie variabili che creano individui...

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  2. la Oriana Fallaci dei tempi d'oro scrisse: "E' una parola stupenda, la parola persona, perché non pone limiti a un uomo o a una donna, non traccia frontiere tra chi ha la coda e chi non ce l'ha." (Lettera a un bambino mai nato)

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  3. Due cose.

    Una seria: Pierre Bourdieu, un grande nemico delle dicotomie (semplificazioni nefaste) ha scritto un libro bellissimo "Il dominio maschile", sfatando molti luoghi comuni sulle differenze "naturali" tra maschi e femmine.

    Una semiseria che capirai solo tu: tutto questo mi riporta a una cena di secoli fa, in una pizzeria all'aperto. Il tuo amico Andrea che, perfettamente sobrio, ma pontificando come un ubriaco, cerca di convincerci che le donne saranno sempre raccoglitrici e gli uomini cacciatori. Mai mangiato una pizza tanto fredda.

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  4. grazie! lo leggerò senz'altro...
    e senti che storia: le ultime notizie che ho di quell'andrea lo descrivono felicemente convivente con un'immunologa supertosta e in carriera!!

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