mercoledì 28 aprile 2010

Lui, il potere

Altra cosa è il pensiero maschile di cui però anche noi donne siamo portatrici, magari inconsapevoli.

Il pensiero maschile ha prodotto la religione repressiva e infarcita di senso di colpa, il patriarcato che ha massacrato generazioni intere, la filosofia che ha escluso per lungo tempo l’apporto delle donne e perciò si è condannata all’ incompletezza, la medicina che ha sottratto alle levatrici la partoriente e l’ha sdraiata sul lettino più comodo per il dottore, la politica che credo non abbia bisogno di commenti.

Il pensiero maschile insegue, capisce e ama solo il potere. Come scrive Gabriella Mereu, il potere teme l’eros che è unione, incontro con il diverso, sete soddisfatta di assoluto, libertà, espressione.
Il potere divide, assoggetta, fa ammalare.

“L’eros dà coerenza invece del conflitto, unifica i linguaggi e gli intenti, ed unisce i concetti permettendo la sintesi, stabilisce la semplicità dove c’era la complicazione, in quanto permettendo di fonderci intellettualmente con l’altro, abbiamo dell’altro una conoscenza chiara e diretta.” (La malattia: la trappola dell’eros, G.Mereu).

Gli schemi con cui siamo abituati a ragionare e a parlare (noi/loro, uomini/donne, noto/ignoto, comunitari/extracomunitari, fedeli/eretici) non sono altro che uno strumento del potere che osserva il precetto “divide et impera”. E che gode di ottima salute.

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